Le scimmie di Simone Fugazzotto alla Galleria del Palazzo Coveri

Simone Fugazzotto, alla galleria del Palazzo Enrico Coveri fino al 13 ottobre, in alcune tele scimmiotta le attività umane  con l’aiuto di scimmie e scimmiotti.

Scimmiottare, dice il dizionario, è schernire qualcuno imitando i suoi modi o comportamenti. Dal titolo“Primate Collection S/S 23” si capisce la volontà di rendere onore a Pitti Immagine Uomo 102, a Firenze proprio nelle stesse date del vernissage.

Finché tratta di Moda, il messaggio delle tele può essere interpretato come un richiamo all’ordine rivolto agli umani, che li mette in guardia dall’Apparire, grazie ad abiti belli, costosi e alla moda, senza Essere.

Però con queste tele, tutte di grandi dimensioni, a tecnica mista, con pennellata intensa, materica, l’artista esprime grande spessore simbolico, che non è sempre univocamente comprensibile.

Nel quadro che mostra alcune baby scimmie con palloncini- c’è chi li gonfia e chi li guarda soddisfatto di possederne tanti colorati- l’ambiente è una magica foresta tropicale lussureggiante. Questa composizione sembra ammonire gli umani di non sottrarre ai piccoli l’ambiente in cui sono nati e dove possono giocare liberamente. Quindi qui gli animali, magistralmente disegnati come in tutte le opere in mostra, non sono metafore, ma scimmiette che sembrano invitare gli umani a comportarsi responsabilmente verso la natura. Il messaggio deve essere particolarmente caro all’artista perché questo disegno è stato scelto per decorare una bella sciarpa leggera, i cui colori lievi e fusi con maestria la fanno ideale accessorio di abiti di varie fogge.

C’è ironia nell’abbraccio fra madre e figlio incappucciati nelle felpe: “Not sapiens” sulla manica dell’adulto. “Just ape” sul cappuccio della baby scimmia. Questa opera artistica richiama le diatribe scientifiche sulla derivazione o meno degli umani dalle scimmie, iniziata con Darwin e spesso ripresa e ad oggi non universalmente conclusa. Arte e Scienza quindi, una seria contrapposizione espressa qui in linguaggio spiritoso.

Arcimboldo, l’artista che, in altra epoca, ha creato figure umane da un incastro di frutta e verdura, ha ispirato Trashimboldo, il quadro che ritrae l’artista che, per descrivere il mondo attuale, invaso dai rifiuti, costruisce un’immagine di sé componendo pile ed imballaggi deformati dall’uso. E’ un esercizio di bravura questa opera, e insieme un richiamo al “Pianeta delle scimmie”, il film del 1968 che preconizzava che la terra, distrutta dagli uomini con una guerra nucleare, nell’arco di alcuni millenni aveva fatto regredire gli umani ed evolvere le scimmie. Quindi erano le scimmie a governare la Terra.

Anche le carte da parati sono fonte di ispirazione per questo artista, contribuendo in un quadro, Cozy Quarantine, con la loro capacità di creare ambienti raffinati , a smorzare la feroce satira sulle disposizioni emanate dai politici durante il Covid. La prigione cui si è sottoposti per la quarantena ha le sbarre a rombi fioriti della carta da parati, che almeno impediscono l’emergere di una rabbia distruttiva.

Basta una carta da parati ad arabeschi d’oro su fondo nero, applicata ad una parete dove si appoggia uno scimpanzé, esso stesso dipinto con gli stessi arabeschi, a renderlo regale? Di nuovo una domanda pare uscire dal quadro: Parere è uguale ad Essere?

Per ognuna delle tele, che affrontano anche altri problemi di attualità, si può costruire un senso, che sarà ovviamente soggettivo. L’Artista afferma che l’intenzione della mostra è far riflettere sui nostri atteggiamenti, su virtù, vizi e debolezze.

Interessante sarebbe confrontare le varie interpretazioni dei visitatori. Scopriremmo sicuramente grandi differenze , cosa che ad un artista non può non piacere, dato che in cuor suo si augura quasi certamente di riuscire a rendere universali le sue intuizioni.

 

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