Un milione di dollari per restauri in Palazzo Pitti
Lucia Evangelisti Roster il 23 Gennaio 2021
La donazione
Li ha donati alle Gallerie degli Uffizi Veronica Atkins. Capo della Dr. Robert C. and Veronica Atkins Foundation. Rappresentano la più grande donazione elargita da una persona singola. Il principale progetto, concordato dalla mecenate con il direttore delle Gallerie Eike Schmidt , è il restauro della Sala di Bona, decorata da Bernardino Poccetti.
Veronica Atkins
È una fervente ammiratrice dell’Arte. Da circa 6 anni è entrata in Friends of the Uffizi, associazione americana no-profit consorella degli Amici degli Uffizi. Così la descrive Maria Vittoria Colonna Rimbotti, Presidente degli Amici degli Uffizi e dei Friends of the Uffizi: “Appena è entrata a far parte della nostra associazione, ha subito individuato, negli arazzi, le opere d’arte maggiormente deperibili, ed in quel momento ha quindi deciso di convogliare lì il suo aiuto economico. E’ una donna speciale, che in sé riunisce passione, generosità ed intelligenza. La sua filantropia abbraccia anche la musica.” Nessun protagonismo, malgrado la sua grande disponibilità a donare. “Devo riconoscere -aggiunge- che i donatori e sostenitori americani sono molto attenti e interessati al valore artistico dei restauri, piuttosto che al ritorno di immagine”.
La Sala di Bona
È una delle più antiche del complesso museale di Palazzo Pitti, già costruita intorno al 1590, si crede come sala d’attesa per essere ricevuti dal Granduca. È stata totalmente affrescata solo nel 1609, anno della presa della città di Bona in Tunisia da parte dei Cavalieri di Santo Stefano. La decorazione delle pareti e della volta riveste tutte le superfici con immagini di battaglie di grande profondità e dettaglio. Il dottor Ciatti, presidente dell’opificio delle pietre Dure, indica i tempi del restauro: sei mesi di ricerca, necessari a conoscere le tecniche usate al tempo nella colorazione, e a studiare miti e messinscena dei dipinti. A seguire 12 mesi di restauro. Lavoro complesso perché allo stato attuale le pitture sono annebbiate e alterate da uno spesso strato di fissativo di restauro, ingiallitosi e scuritosi nel tempo, che fa virare l’originaria gamma cromatica in toni bruni.
Certamente non era questa la palette tipica del Poccetti. Il restauro intende in primo luogo far rivivere le tinte più chiare e brillanti utilizzate dall’artista. Con questo importante intervento verranno risolti inoltre altri fenomeni di degrado – tra i quali l’esfoliazione del colore nelle campiture della volta e diffusi fenomeni di distacco degli intonaci – tutelando uno dei più interessanti esempi della storia dell’arte del primo Seicento fiorentino e preservando episodi poco noti della Storia e della committenza dei Medici.
Il restauro permetterà altresì di aprire al pubblico la sala per ammirarne i numerosi affreschi, sconosciuti ai più per le precarie condizioni in cui si trova attualmente l’ambiente.
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